ecce nocciolo

Tempera su tavole di Pioppo del XIX secolo e noccioli di amarena, altezza 93 cm, base 177 cm, 
2006
"La suggestione è forte e un profumo di spezie mediorientali e di serraglio esala dall’installazione di Adriano Tetti per Fabbri. Come in altri suoi lavori il titolo aggiunge senso all’opera, in cui il profilo del lanciatore di noccioli ha la stessa dignità di un ritratto rinascimentale, mentre il cappello a decori bianchi e blu dell’Amarena Fabbri prende il posto di quello dei danzatori sufi. Nel blu del supporto ligneo anche la traiettoria dei noccioli proiettati con elegante precisione crea una parabola celeste e un gradevole effetto notte: il combine painting di Tetti per Fabbri parte da Rauschenberg e giunge ai manifesti pubblicitari che annunciano “i numeri mai visti prima” del circo equestre di Moira Orfei."
Marina Moiana da: “Un secolo e oltre” Electa, 2007

invasata
torna qui che non ti faccio niente...

Tempera su acero e pioppo del XX secolo; altezza 123 cm, base 110 cm
2005

impossible kiss

Tempera e acrilico su tavole, ceramica e acciaio; altezza 120 cm, base 100 cm
2020


è leda o adele?

Tempera e acrilico su tavole di pino del XX secolo, uovo ;altezza 183 cm, base 108 cm
2011

pope-up

Acrilico e tempera su tavole di quercia del XVIII secolo, 140 x 200 cm
2013

achille cerca di riprendere forma

Olio su tavole di abete del XIX secolo, e plastica; altezza 197 cm, base 107 cm, 
2005
Iliade Libro XXIII
(...) Tutta la notte quei due (i venti Borea e Zefiro) aizzavano insieme il fuoco del rogo, soffiando tra i sibili; tutta la notte Achille veloce dal cratere d’oro, stringendo la coppa a due manici, attingeva il vino, lo spargeva al suolo, inzuppava il terreno, invocando l’anima del misero Patroclo. Come piange un padre che brucia le ossa del figlio appena sposato, che morendo accora i poveri genitori, così Achille gemeva bruciando le ossa del suo compagno, affannandosi intorno alla pira, piangendo a dirotto. Nell’ora che sorge la stella dell’alba sulla terra annunciando la luce, e poi si spande sul mare l’aurora dal manto di croco, allora languiva la pira, si spense la fiamma. I venti si volsero indietro, facendo ritorno a casa, sopra il mare di Tracia, che strepitava gonfio di onde. Stanco il Pelide s’allontanò dalla pira, si stese, un sonno dolce calò su di lui; (...)

elena cala di forma

Tempera e acrilico su tavole di abete del XX secolo, plastica e licheni; altezza 200 cm, base 122 cm,
2005
Iliade Libro XXIV
(...) Fra loro Elena poi fu la terza ad aprire il compianto: “Ettore, fra tutti i cognati di gran lunga il più caro al mio cuore, io sono la sposa di Alessandro simile a un dio, che m’ha portata qui a Troia: fossi morta piuttosto! È già questo per me il ventesimo anno da quando sono venuta di la, abbandonando la mia patria; ma mai ho sentita da te parola cattiva o scortese; anzi se qualcun’altro mi biasimava dentro la casa, fra le cognate, i cognati, le loro mogli, o anche la suocera - mio suocero fu sempre con me affettuoso come un padre - tu li trattenevi, cercando di calmarli, con la tua gentilezza, con le tue parole delicate: Perciò, straziata nell’animo, piango insieme te e la mia sventura: non c’è più nessuno nella grande città di Troia che sia con me dolce ed amico, mi detestano tutti!”. (...)

ettore mantiene la forma

Tempera e acrilico su tavole di olmo del XVI secolo e plastica; altezza 190 cm, base 100 cm, 
2005
Iliade Libro XXII 
(...) Più non ti fuggirò, figlio di Peleo, come sono scappato tre volte intorno alla grande città di Priamo, senza mai trovare il coraggio d’affrontare il tuo assalto; ma ora il cuore mi ha spinto a starti di fronte: ch’io ti uccida o sia ucciso da te. Ma su, qui stesso invochiamo gli dei; saranno loro i testimoni e garanti migliori dei nostri accordi: non ti sfregerò malamente, nel caso che Zeus dia a me la vittoria ed io ti tolga la vita; ma dopo averti, Achille, predato le tue belle armi, restituirò il morto agli Achei; tu fa’ altrettanto”.(...)

ulisse prende forma

Olio su tavole di pioppo del XVIII secolo e plastica; altezza 210 cm, base 124 cm 
2006
Iliade Libro IV
(...) A lui, guardandolo storto, diceva Odisseo dai molti accorgimenti: “Atride, quale parola mai t’è sfuggita dalla cerchia dei denti? Come puoi dire che trascuriamo la guerra, mentre noi Achei contro i Troiani domatori di cavalli risvegliamo Ares crudele? Tra poco vedrai, se ne hai voglia e se ti interessa, il caro padre di Telemaco azzuffarsi coi primi dei Troiani domatori di cavalli: ma tu così parli a sproposito”. Gli si rivolse sorridendo il potente Agamennone, come s’accorse che s’era adirato; e ritirava l’accusa: “Stirpe divina, figlio di Laerte, Odisseo dai molti accorgimenti, non voglio offenderti a vuoto e nemmeno esortarti: so che l’animo dentro al tuo petto conosce giusti pensieri; e senti anche tu quello ch’io sento. Ma su, a questo penseremo in seguito, se ora qualcosa di male è stato detto; tutto gli dei disperdano al vento!”. (...)

vanitas vanitatum

Acrilico e tempera su tavole di pioppo del XIX secolo130 x 160 cm, 
2007

un bacio per ughina

Acrilico e tempera su tavole di quercia del XVIII secolo140 x 180 cm
2007

auto ritratto

Acrilico e tempera su tavole di pioppo del XX secolo 120 x 100 cm
2012